Gennaio è mese di riflessioni.
Si ripensa alle cose fatte e si pianificano quelle da fare. Il 2013 è stato impegnativo e gratificante e ha segnato un salto di qualità del nostro lavoro.
La diga di Yargho era già crollata da due anni e man mano che facevamo preventivi, continuava a sbriciolarsi. E’ stata una sfida impegnativa non solo per il costo, ma per i risvolti tecnici che ci poneva. La popolazione soffriva per i mancati raccolti e aveva davanti ancora la prospettiva di altri lunghi periodi di siccità.
A febbraio avevamo solo la metà della cifra necessaria, ma o si partiva con i lavori, o non si sarebbero fatti prima della stagione delle pioggie, e questo significava rimandare tutto di un altro anno. Abbiamo deciso di correre dei rischi e con molta fiducia e un pò di incoscienza, ci siamo fatti prestare l’importo mancante da un sostenitore che non ha chiesto interessi.
L’organizzazione è stata complicata. Il finanziamento era su un conto destinato solo a questo progetto, con tre firme, il lavoro era seguito settimanalmente (e pagato) da un ingegnere di Ouagadougou e quotidianamente da un suo tecnico e da due nostri rappresentanti. Gestire una cifra così importante ci preoccupava un pò.
Quando la diga era quasi finita, ci é arrivata la bella notizia che la Chiesa Valdese ci avrebbe finanziato la parte mancante!
Gli effetti positivi si sono visti molto presto, i coltivatori hanno ripreso la coltivazione del riso nei campi di quattro km, sono rinati gli orti, sono tornati ad abbeverarsi gli animali.
Il costo è stato di Euro 106.870 per l’impresa, Euro 11.297 per il coordinamento e le supervisioni, Euro 916 per l’inaugurazione.
Per questo progetto ringraziamo di cuore la Chiesa Valdese, l’ing, Appuhn, l’ing. Carlesimo, l’ing. Campaoré, l’hotel Polo di Roma e tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.